Arpège by Lanvin: an olfactory arpeggio

It’s an arpeggio, more than a perfume. In this way Marie-Blanche, Jeanne Lanvin’s daughter, named Arpège, a scent that in 1927 entered the firmament of fragrances, becoming its leader along with N.5, Joy and Shalimar, all thanks to its unparalleled harmony, to its elegant and extremely modern trail wanted by the french designer to celebrate the 30th birthday of her beloved daughter. Ninety years have passed from its creation yet Arpège is still up-to-date; the formula created by André Fraysse and Paul Vacher around more than 60 floral essences has been re-forumulated twice to keep up with the times and the evolution of raw materials but, nevertheless, it continues to seduce young (and not only) women thanks to its balance, its sophistication and its depth. It is an inviting scent that blends into the DNA of whoever wears it.

Arpège is an exceptional fragrance, is the flower of a new era that keeps on blossoming, decade after decade, outlining a fil-rouge that connects generation after generation. Its uniqueness, then as now, is true to its name - a musical concept of arpeggio - in a sense that individual notes are played distinctly one after another instead of simultaneously.

In fact, the original notes of Arpège were distilled in a melody marked in the top by aldehydes and neroli which gave their way to a rich floral heart of jasmine, rose and tuberose gently tempered by lily of the valley and lilac. The base helped to round out the bouquet making the creamy aldehyde, warmer and more sensual thanks to sandalwood, patchouli and vanilla.

Arpège as we know it was cleverly re-orchestrated in 1993 by Hubert Fraysse, who has managed to pay homage to the roots of the fragrance, creating a balanced creation always punctuated with a precise rhythm. It is not the same scent but is still a beautiful composition. The character remains, the purity of the floral notes are ethereal and through the aura of aldehydes comes in rapid succession to dissolve in an elegant dry down where, sandalwood, patchouli and musk clash with vetiver re-calling the veiled game of aldehydes and flowers.


Una composizione, un arpeggio, più che un profumo. Cosi Marie-Blanche, figlia di Jeanne Lanvin definì Arpège, quel profumo che nel 1927 entrò nel firmamento delle fragranze, facendosene leader insieme a nomi del calibro di N.5, Joy e Shalimar, il tutto grazie alla sua armonia impareggiabile, alla sua scia elegante ed estremamente attuale, creata e voluta dalla stilista per festeggiare i trent’anni dell’amata figlia. A novanta dalla sua creazione, Arpège è ancora up-to-date, la formula creata da André Fraysse e Paul Vacher intorno ad oltre 60 essenze e materie prime fiorite, legnose e ambrate, è ovviamente stata rivista due volte per tener testa al cambio dei tempi e all’evoluzione delle materie prime ma, nonostante ciò, continua a sedurre le giovani (e non solo) donne di oggi grazie al suo equilibrio, alla sua raffinatezza e alla sua profondità. È un profumo invitante che si fonde nel DNA di chi lo indossa.

Arpège è una fragranza eccezionale, è il fiore di una nuova era che continua a sbocciare, decennio dopo decennio andando a delineare un fil-rouge che unisce generazione dopo generazione. È un omaggio di una madre alla figlia che si sussegue nel tempo e si attualizza grazie alla sua essenza poliedrica. La sua unicità, allora come oggi, sta nell’essere un profumo che riesce a scandire le note una dopo l’altra e non simultaneamente, come in un concerto diretto a fior di pelle.

Le note originali di Arpège si distillavano, infatti, in una melodia scandita in testa dalle aldeidi e dal neroli che lasciavano poi il passo a un ricco cuore fiorito di gelsomino, rosa e tuberosa delicatamente stemperati da mughetto e lilla. Il fondo contribuiva ad arrotondare il bouquet rendendo la nota lattiginosa dell’aldeide C14 cremosa, calda e sensuale grazie al sandalo, al patchouli e alla vaniglia. 

L’Arpège che conosciamo noi fu, invece, abilmente riorchestrato nel 1993 da Hubert Fraysse che è riuscito nell’impresa di rendere omaggio alle radici della fragranza, dando vita a una creazione bilanciata sempre scandita con una ritmica precisa. Non è lo stesso profumo ma è comunque una bellissima composizione. Il carattere rimane, la purezza delle note floreali è eterea e, attraverso l’aurea delle aldeidi si presenta in rapida successione per dissolversi in un fondo elegante in cui, sandalo, patchouli e muschio si scontrano con il vetiver richiamando il gioco velato di aldeidi e fiori.